lunedì 23 marzo 2009

Carte & Tarocchi


Qualche giorno fa leggevo che si prospettano tempi duri per il colosso delle carte di credito American Express: la società potrebbe chiudere in perdita sia il 2009 che il 2010 a causa della crescita delle insolvenze delle carte di credito. Solo qualche giorno fa la società ha lanciato un "alert", comunicando che sono risultate in crescita dal 4,7% di fine dicembre al 5,3% di febbraio le insolvenze delle carte di credito.
Per dare un'idea del rapido peggioramento della situazione, alcuni analisti avevano previsto un utile per azione di 90 centesimi per quest'anno e di 1 dollaro per l'anno prossimo, ed hanno recentemente corretto il tiro: Amex riporterà una perdita per azione di 41 centesimi per il 2009 e di 22 centesimi per il 2010.
Non dimentichiamo che a novembre 2008 American Express si è messa sotto l'ombrello del Tesoro Usa: la Fed infatti, con una decisione epocale, ha autorizzato il colosso Usa del denaro di plastica a prendere lo statuto di banca; in questo modo gli ha permesso di beneficiare degli apporti di capitale previsti dal Tesoro Usa in aiuto alle banche.

Gli americani come ben sappiamo sono dei consumatori voraci, uno sciame di cavallette a confronto è molto più morigerato...Gli USA contano 300milioni di abitanti, solo 1/20 della popolazione mondiale ma consumano ben il 30% delle risorse della terra.
Per mantenere un tenore di vita al di sopra delle proprie possibilità, viene utilizzata l'arma del DEBITO sotto le più svariate forme e mutazioni.
Dei mutui subprime ormai sappiamo tutto o quasi, e ne abbiamo sentito parlare fino alla nausea.
Si sente parlare meno delle carte di credito subprime: anche in questo caso è stato ampliato il credito a fasce di popolazione con alta percentuale d'insolvenza sia per ragioni politico-elettorali che per ampliare ulteriormente il parco consumatori.
"Naturalmente" questi crediti collegati alle carte (come è successo per i mutui) sono stati cartolarizzati ovvero impacchettati e ceduti a terzi i quali a loro volta hanno emesso dei bond basati su quei crediti che gli hanno permesso di generare altri crediti. Su primi due anelli di questa catena se ne sono "agganciati" molti altri con la generazione di derivati strutturati nei quali è stato impacchettato di tutto (per es. i crediti di cui sopra + un derivato sul petrolio + titoli di stato + un paniere di azioni) il tutto rigorosamente con leve fino a 50 volte...
Insomma la stessa catena di Sant'Antonio dei mutui subprime, nella quale a causa della catena esponenziale basta che un 5% non paghi più il mutuo...e CRAAAASHHH

Aggiungiamo che il meccanismo della carta di credito, anche senza l'aggravante del subprime, subisce naturaliter un grave rallentamento quando la recessione avanza ed aumenta il tasso di disoccupazione: infatti si combinano tra di loro in un mix implosivo alcuni elementi come
la diminuzione dei consumi,
la maggiore propensione al risparmio,
il posticipo degli acquisti e degli investimenti,
il forte incremento dell'insolvenza a causa dell'aumento dei disoccupati
e la diminuzione delle linee di credito da parte degli emittenti di carte,
Tutti questi fattori costruiscono un contesto di Debt deflation o Credit Crunch...dipende da quale parte la guardi (contrazione del debito e del credito).

Come già successo con i mutui subprime, lo scoppio della bolla credit cards potrebbe estendersi ad altri settori, visto che sui mercati si prevede ci siano circa 365 miliardi di dollari in titoli legati all'esposizione su questo strumento (ma vedrete che come sempre saranno almeno 5-10 volte tanto...). Le carte di credito infatti sono il punto di incontro tra la crisi finanziaria e quella dell' economia reale e nel momento in cui i consumatori non riescono a ripagare i debiti contratti, rischiano il default. Negli USA ad aggravare la situazione è la radicata cultura del debito, che ha fatto crescere l' esposizione sulle carte fino a circa 2000 miliardi di dollari e l'apertura di linee di credito per 5000 miliardi di dollari.

A complicare un quadro già complesso è stata l'introduzione della carta di credito revolving: mentre una normale carta di credito comporta il rimborso in una tranche unica del saldo di fine mese, una carta revolving permette di rateizzare tale saldo attraverso soluzioni personalizzabili ma comunque a caro prezzo, pagando fino ad un 30% d'interessi annuali.
Molto spesso la carta revolving è stata offerta come via d'uscita al maggiore livello d'insolvenza della carta normale: quando non si riusciva più a pagare il saldo di fine mese, ti veniva offerta la possibilità di rateizzarlo ed in seguito di cumulare sempre più debito potendo continuare ad usare la carta di credito. Una forma mascherata di credito al consumo, ad accrescimento costante (parleremo presto anche di questo fenomeno).
Insomma calza a pennello la storiella (vera) che citavo qualche giorno fa in I Cinesi presentano il conto
......questa estate una signora americana mia amica mi ha raccontato che tutte le signore sue conoscenti usano la carta di credito per fare shopping. Fin qui nulla di strano: il problema è che a furia di consumare sopra le loro possibilità non riescono più a rimborsare entro il 10 del mese successivo le spese del mese precedente. Invece di sospendergli la carta, gli istituti di credito hanno permesso alle desperate housewives di accumulare fino a 30-40mila dollari di debito. E successivamente, invece di fare un severo recupero del credito pignorando anche i bigodini di queste signore...hanno loro proposto di pagare mensilmente solo gli interessi sul debito cumulato ed intanto possono continuare tranquillamente a spendere. It is only a piece of plastic commentavano le rispettabili signore americane...con ancora tutti i loro bigodini in testa...Indovinate un po' chi ha comprato dagli istituti di credito americano il debito di quelle carte??...Permettendo di fatto che si continuasse a spendere e consumare...

E storiella per storiella (sempre vere purtroppo) i cugini britannici hanno fatto di meglio, del resto la maggior parte delle "invenzioni" della finanza USA sono nate a Londra.
Un quotidiano britannico ha pubblicato la storia di un cinquantunenne che ha accumulato un debito di 58.000 sterline su 14 carte di credito e finanziamenti vari. Con l’impennata dei costi del carburante, dell’elettricità e del gas non riusciva più a pagare gli interessi, Deplorando, col senno di poi, la sconsideratezza che lo ha gettato in questa situazione spiacevole, se la prendeva con chi gli aveva prestato il denaro: parte della colpa è anche loro, diceva, perché rendono terribilmente facile indebitarsi. In un altro articolo pubblicato lo stesso giorno, una coppia spiegava di aver dovuto drasticamente ridurre il bilancio familiare, ma esprimeva anche preoccupazione per la figlia, una ragazza giovane già pesantemente indebitata. Ogni volta che esaurisce il plafond della carta di credito subito le viene offerto in prestito altro denaro. A giudizio dei genitori le banche che incoraggiano i giovani a prendere prestiti per acquistare, e poi altri prestiti per pagare gli interessi, sono corresponsabili delle sventure della figlia.

E' stata progettata, costruita e promossa una Fabbrica del Debito: l’offerta di un prestito è costruita in modo da alimentare ed incrementare il bisogno di indebitarsi.
L’introduzione delle carte di credito è stata un'icona di questa cultura: lo slogan più famoso sussurrava con voce suadente «Perché aspettare per avere quello che vuoi?».
Un volta per comprare qualcosa bisognava accumulare le monetine nel porcellino, faticosamente e per lungo tempo. Poi un giorno con grande gioia (e con qualche rimpianto e complesso di colpa...) si rompeva l'ormai familiare porcellino e si andava a comprare "l'oggetto del desiderio" pagandolo in contanti tra l'approvazione della famiglia, del negoziante e degli astanti.
Ma adesso con la carta di credito (sopratutto se revolving e quindi con il credito al consumo) si può invertire l’ordine: prendi subito, paghi dopo. La carta di credito rende liberi di appagare i desideri a propria discrezione: avere le cose nel momento in cui le vuoi, non quando te le sei guadagnate e te le puoi permettere. Si può appagare il desiderio quando si vuole, ma anticipare la conquista dell'oggetto non lo renderà più abbordabile. Molto spesso sarà differita solo la presa di coscienza della triste realtà.
Mettere i soldi da parte e comprare l'oggetto desiderato pagando in contanti l'intera somma dovuta, è diventato un atteggiamento da originali, visto con sospetto o con derisione.
Una delle maggiori società di carte di credito presenti in Gran Bretagna ha suscitato pubbliche proteste nel momento in cui ha scoperto il suo gioco rifiutando il rinnovo delle carte ai clienti che pagavano ogni mese il loro intero debito, senza quindi incorrere in sanzioni finanziarie.
Alle istituzioni finanziarie interessa avere come loro clienti dei perenni debitori, perché si è fatto sì che lo status di debitore si auto-perpetui e si continuino a offrire nuovi debiti come unico modo realistico per salvarsi da quelli già contratti.
Negli Usa il debito medio delle famiglie è cresciuto del 22%, negli ultimi otto anni di apparente crescita economica senza precedenti. L’ammontare totale dei prestiti su carta di credito non pagati è cresciuto del 15%. Ed ultimo fattore veramente preoccupante, il debito complessivo degli studenti universitari, la futura élite politica, economica e spirituale della nazione, è raddoppiato.

Poi è arrivata "la Grande Crisi" ad inceppare questo meccanismo pefetto, che sembrava essere mosso dal "moto perpetuo". E le storielle o gli aneddoti che si possono trovare sulle carte di credito hanno cambiato tono...improvvisamente e radicalmente.

Usa, predicatori contro la crisi: carte di credito nel microonde
In tempi di crisi anche nelle chiese i predicatori devono adeguare la preghiera ai nuovi bisogni. Durante i suoi sermoni il predicatore Kevin Cross invita i fedeli a bruciare le proprie carte di credito: in padella o in un apposito microonde .... L'intento, in ogni caso, è quello di dare alla gente qualche consiglio su come spendere e risparmiare in maniera responsabile. E il messaggio finale è: «Molti sono schiavi dei debiti e come tali non posseggono le cose per le quali si sono indebitati ma sono posseduti da quegli stessi oggetti». Di qui l'idea di tagliare, bruciare, eliminare le carte di credito.


ed ancora, nel contesto di Debt deflation o Credit Crunch di cui parlavamo prima...

American Express abbassa i limiti di utilizzo delle sue carte ed offre bonus a chi rimborsa subito.
«Wayne Brown ha un dilemma», scriveva recentementel'agenzia Bloomberg. Il "signor Rossi" americano, infatti, non sa cosa fare con la sua carta di credito American Express: se decide di ridurne l'utilizzo, è probabile che gli venga ridotto il massimale. E se non effettua un pagamento importante, è probabile che il suo tasso d'interesse schizzi alle stelle.....Circa il 45% delle banche americane ha ridotto i limiti per le nuove e le vecchie carte di credito, secondo un rapporto pubblicato a gennaio dalla Federal Reserve. Un trend che proseguirà anche nel prossimo futuro. Complessivamente, il credito accordato ai possessori di carte potrebbe essere ridotto di 2 mila miliardi di dollari nel prossimi 18 mesi, aggiunge Meredith Whitney, ex analista di Oppenheimer & Co. in un report. E non è il solo dato a far comprendere quanto i colossi americani delle credit cards siano ancora lontani dal superare le loro difficoltà.
American Express in questi giorni sta offrendo in bonus di 300 dollari ai propri clienti, a patto che questi ultimi accettino di rimborsare l'intero debito contratto entro il 30 aprile...

Insomma si stringono i cordoni della borsa, prima allargati a dismisura.
Storicamente le carte di credito in USA hanno avuto, insieme ad altre "ingegnerie" finanziarie, il compito di stimolare i consumi, spesso attraverso il debito.
Al momento attuale vi sono circa 5000 miliardi di dollari di linee di credito aperte in America e circa 800 miliardi sono al momento utilizzati, questo è quello che dice l'analista Meredith Whitney (sopra citata), una delle "Cassandre" che hanno anticipato la grave crisi finanziaria che ha colpito l'America.
La Whitney però mantiene la sua analisi entro i limiti del "circolo vizioso" e si preoccupa del prossimo Credit Crunch che rischia di innescarsi proprio "dal restringimento" delle carte di credito...come questa vignetta illustra perfettamente...

......Le carte di credito "rappresenteranno il prossimo credit crunch", a causa della contrazione delle linee di credito, che abbasserà la spesa dei consumatori colpendo l'economia Usa. Parola della nota analista finanziaria Meredith Whitney. "Ci sono pochi dubbi sull'importanza della spesa dei consumatori per l'economia Usa e i suoi molteplici effetti sull'economia globale, ma quello che è sotto stimato è il ruolo della disponibilità delle carte di credito in quella spesa", ha scritto Whitney sul Wall Street Journal. Benché il credito si sia esteso "troppo liberamente negli ultimi 15 anni" e che la razionalizzazione dei prestiti sia inevitabile, ciò che occorre evitare è "togliere il credito alla gente che ha la capacità di pagare i propri conti", ha spiegato Whitney, AD di Meredith Whitney Advisory Group. Whitney ha aggiunto che le linee di disponibilità si sono ridotte di circa 500 miliardi di dollari solo nel quarto trimestre del 2008; stima poi che oltre 2.000 miliardi di dollari di linee saranno tagliate nel 2009 e un'ulteriore riduzione di 2.700 miliardi si registrerà entro la fine del 2010. "Inevitabilmente, le linee di credito continueranno ad essere ridotte in tutto il sistema, ma la velocità a cui sta già avvenendo e continuerà ad avvenire avrà conseguenze sulla fiducia dei consumatori, sulla spesa e su tutta l'economia", scrive ancora Whitney. Negli ultimi 20 anni, gli americani hanno usato le carte di credito come uno strumento di cash-flow, ha aggiunto, sottolineando che il 90% degli utenti le usa in modalità "revolving" (ossia che consentono di rimborsare a rate il saldo di fine mese) almeno una volta all'anno e oltre il 45% ogni mese. Per Whitney la prossima crisi sarà quella delle carte di credito.

Insomma la nostra "Cassandra" suona l'allarme sul non "restringere" troppo le carte di credito, altrimenti si "restringeranno" anche i consumi degli americani che rappresentano bel il 70% del PIL USA: i consumi vanno preservati come se fossero una ricchezza...ed insieme a loro va preservato anche il credito/debito che li sostiene, anch'esso come se fosse una ricchezza...
Come dicevo...Debt deflation o Credit Crunch...dipende da quale parte la guardi (contrazione del debito e del credito)
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