lunedì 15 giugno 2009

Inflazione vs. Deflazione


Ogni giorno ne sentiamo parlare...
Inflazione...Deflazione...Inflazione...e così via.
Nell'arena degli analisti/economisti ormai prevale l'ottimismo, prevale la certezza in una ripresa e nel fatto che il peggio sia alle spalle (per ora...).
E' curioso che la certezza non contagi anche le previsioni sugli scenari futuri che in tutta evidenza NESSUNO sa prevedere...
Non si riesce a capire che tipo di ripresa ci potrebbe essere e non si riesce nemmeno a capire se lo scenario sarà inflattivo o deflattivo...ovvero si prospettano due scenari diametralmente opposti. Semplicemente perchè ci troviamo in terra incognita, in una situazione mai sperimentata in precedenza.
Strana questa incertezza così marcata in confronto alla certezza adamantina nella Ripresa...

Il famoso economista Arthur B. Laffer sul WSJ scrive un articolo dal titolo inquietante: "Tenetevi pronti per Inflazione ed alti tassi d'interesse...L'espansione senza precedenti della base monetaria farà sembrare l'inflazione degli anni 70 una bazzecola..."
E se lo dice "quel Laffer" dell'omonima "curva" che ispirò Reagan nella sua politica iper-liberista e che, probabilmente, gettò le basi di tutte le bolle successive...allora dobbiamo preoccuparci...

La dimostrazione della "Curva di Laffer” convinse Ronald Reagan ad inserire nel suo programma, alla vigilia delle presidenziali del 1980 negli USA, la diminuzione delle imposte dirette, scelta che contribuì alla sua elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America.
Arthur Laffer teorizzò la presenza di un punto (assi cartesiani) d'incrocio tra i valori delle ascisse (aliquota fiscale) e delle ordinate (entrate fiscali) in cui l'aumento delle imposte (aliquota) fungerebbe da disincentivo alle attività economiche, determinando di conseguenza minore gettito fiscale.
Nella sua dimostrazione grafica l’economista americano dimostrò che lo stesso gettito fiscale può essere ricavato con due aliquote differenti: ipotesi, quindi, che renderebbe del tutto inopportuna e controproducente l’utilizzo di quella più alta.
Fondamentalmente se uso un'aliquota secca del 20% o giù di lì dovrei incassare lo stesso gettito che con un aliquota al 40% o giù di lì...Per varie ragione questa seducente teoria si è rivelata fallace nella prova dei fatti...ma torniamo a bomba.

Alcuni passaggi dell'articolo di Laffer sono inquietanti: per "farsela sotto" basterebbe già questo grafico sull'incredibile espansione della base monetaria...in parole semplici sulla marea di "carta" messa in circolo negli USA per evitare il collasso del sistema.
Bernanke dice che al momento giusto provvederà a "riassorbire" ma avrà bisogno di un "pannolone mostruso" per riassorbire in tempi brevi tutta questa incontinenza ...


















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Laffer scrive: "Da più di un anno siamo di fronte ad una grave crisi economica che ha fatto decollare il progetto di deficit fino al 13% del PIL. Questo livello rappresenterebbe più del doppio del maggiore livello di deficit dalla Seconda Guerra Mondiale..E questo progetto di deficit rappresenta la summa di una anno in cui il governo federale, sulle spalle dei contribuenti, ha acquisito enormi partecipazioni in banche, auto, mutui, salute ed assicurazioni".

E continua: "...una politica monetaria ispirata dal panico potrà avere conseguenze ancora più gravi della politica di deficit-spendig e della politica fiscale. Ci aspettiamo un rapido aumento dei prezzi e dei tassi d'interesse nei prossimi 4 o 5 anni, con un concomitante impatto disastroso sul potere d'acquisto e sulla disoccupazione, non molto diversamente dalla fine degli anni '70".

Otto mesi fa Bernanke ha iniziato un radicale incremento della base monetaria di circa 1000 miliardi di dollari con una cambio di strategia a 180° gradi da parte della FED, da una posizione anti-inflazionistica ad una posizione anti-deflazionistica.

Laffer continua con toni spaventati...: "La percentuale d'incremento della base monetaria è stata la maggiore degli ultimi 50 anni, di dieci volte tanto! Siamo talmente al di fuori dalle precedenti esperienze che è difficile fare delle comparazioni storico-statistiche che abbiano un senso. Il denaro circolante, prima della politica espansiva della FED, rappresentava il 95% della base monetaria mentre oggi rapresenta meno del 50%!" ed aggiunge un "Yikes!"...un'espressione di shock e precoccupazione che potremmo tradurre con "Mamma mia!" gridato con le mani nei capelli e gli occhi sbarrati....
Detto brutalmente questo vuol dire che di "denaro vero" in giro ne è rimasto ben poco rispetto alla "marea di denaro stampato da nulla"...
Pertanto l'inflazione potrebbe decollare a livelli da Zimbabwe come diceva provocatoriamente Marc Faber (vedi Inflazione USA come in Zimbabwe)...
Un Falò inflattivo che ridurrebbe lo stock del debito bruciando anche il potere d'acquisto ed i risparmi dei cittadini...Un "ottimo modo" per socializzare le perdite mentre i profitti rimarrebbero rigorosamente privatizzati nelle mani di pochi...

Ancora Laffer: "E' difficile stimare la magnitudine inflazionaria e di alti tassi d'interesse che l'azione della FED potrebbe provocare: francamente non abbiamo mai visto nulla di simile precedentemente.
Per fare un paragone gli effetti delle attuali politiche potrebbero essere maggiormente inflazionistici che nel 1970, quando i tassi d'interesse toccarono il 21,5% e l'inflazione schizzò a due cifre percentuali. I prezzi dell'oro schizzarono da 35$ all'oncia a 850$ all'oncia ed il dollaro collassò rispetto alle altre valute".

Insomma la situazione è riassumibile nel tipico detto "dalla padella alla brace".
Con l'attuale politica della FED si rischia un quadro inflattivo mostruoso come quello sopra descritto e si rischia di distruggere il potere d'acquisto ed i risparmi dei cittadini.
Dunque la FED dovrebbe diminuire sensilbilmente e rapidamente la base monetaria, ma per farlo dovrebbe vendere circa 1000 miliardi dei suoi Bond entrando in competizione con il colossale piano d'emissione del Tesoro per circa 2000 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi...Questo causerebbe aste deserte e crollo dei prezzi dei bond, un disastro insomma.
Inoltre una rapida contrazione della base monetaria ridurrebbe anche gli stimoli all'economia boccheggiante e la capacità di prestito delle banche: l'economia dunque ricadrebbe rapidamente in una profonda recessione, ancor prima che veda la luce la tanto strombazzata Ripresina...
Insomma la FED ha le mani legate: deve scegliere tra il male minore.
Secondo Laffer è meglio affrontare nel breve termine una profonda recessione piuttosto che nel lungo termine un armageddon inflattivo devastante.

Lo scontro Inflazione vs. Deflazione continua...
A breve vi riporterò altre posizioni contrastanti che sostengono come il rischio maggiore sia invece la Deflazione.
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